di Miriam Tricoli
Il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva da sola.
Il primo importantissimo motivo per cui L’incubo di Hill House di Shirley Jackson deve necessariamente essere letto è che è forse uno dei pochissimi libri di genere gotico/ansiogeno/inquietante a mettere chiaramente nero su bianco la più fondamentale di tutte le regole di sopravvivenza.
“Ho infranto la mia prima regola; l’ho mandato solo” si ritrovò a dire con ansia [il prof. Montague]
Ecco, grazie, finalmente! Mai dividersi in una casa dove si sono susseguite più morti cruente che picnic in famiglia, dove ci sono zone di un freddo quasi polare nonostante non ci siano spifferi neanche a cercarli con il microscopio e dove ogni tanto di notte si sentono colpi di mortaio contro le porte come se un orso grizzly stesse cercando di entrare proprio nella tua camera da letto.
Il problema è che se stai ricordando a te stesso questo principio cardine di ogni più basilare pensiero razionale è perché in qualche modo per un qualunque motivo tu, nella suddetta rassicurante casa, ci sei già dentro.
Ed è proprio il prof. Montague, antropologo con la fissa per il paranormale, ad invitare uno svariato numero di persone a partecipare a un esperimento volto a studiare gli strani fenomeni che si dice interessino da tempo immemore Hill House, magione costruita 80 anni prima dal bizzarro Hugh Crain. Di tutti i soggetti invitati soltanto due rispondono all’appello: Eleanor, scialba trentaduenne, bullizzata dalla sorella, che ha passato l’esistenza ad accudire l’anziana madre ormai deceduta e Theodora, proprietaria di un negozio, estroversa e civettuola. Entrambe hanno un legame particolare con il paranormale: Theo possiede un’inconsapevole quanto spiccata capacità telepatica mentre Eleanor ha già avuto in passato esperienze con i poltergeist quando una pioggia di pietre le ha colpito la casa (sono io che sono fissata o anche voi avete un deja vù che riguarda una certa Carrie?). Al gruppo si aggiunge anche Luke, fortunato futuro erede dell’amena proprietà e per completare l’allegro quadretto non potremmo di certo dimenticarci dei Dudley, i custodi della casa. Le uniche parole pronunciate dall’adorabile e per niente inquietante Mrs. Dudley sono gli orari in cui vengono servite colazione, pranzo e cena; e che lei va via prima che faccia buio; e abita lontano, molto lontano, tanto lontano che se qualcuno di loro urlasse nessuno li sentirebbe; di notte, al buio. Mette talmente tanta ansia ogni volta che ripete questa specie di mantra a chiunque incontri nella casa che sto iniziando a rivedere seriamente gli orari dei miei di pasti. Non si sa mai.
“Prima di tutto” disse il professore “ho intenzione di farvi una domanda. Volete andarvene? Ritenete che sia meglio fare subito le valigie e lasciare Hill House al suo destino, e non avere mai più niente a che fare con questa casa?”
Ecco, nonostante provi una perversa attrazione per tutto ciò che è horror, inquietudine e angoscia, con me come protagonista questo genere di libri e film avrebbe vita brevissima del tipo che alla domanda “Ho sentito un rumore strano lì in quel posto buio e isolato, andiamo a controllare?” la mia risposta sarebbe un ovvio e secco “NO” e fine della storia. Invece, sorpresa delle sorprese, nessuno dei presenti alla prima piccola riunione di gruppo prima di gettarsi nell’impresa risponde con un garbato “Sì, grazie è stato bello ma arrivederci e tante care cose”. Nemmeno Eleanor.
Guardò Eleanor e lei si strinse forte le mani; un’altra occasione di andarsene, stava pensando, e disse: “No” (…)
Che personaggio la piccola, dolce, indifesa, psicopatica Eleanor. Mentre tutti sembrano vivere l’esperienza nella casa con sentimenti piuttosto prevedibili e alternano momenti di paura e preoccupazione ad altri in cui cercano di alleggerire la tensione e dare una parvenza di normalità a ciò che stanno vivendo, lei introduce nel contesto emozioni del tutto nuove: è felice fino alle lacrime di trovarsi lì, prova un affetto quasi familiare per i suoi compagni di avventura, vorrebbe seguire Theo in capo al mondo salvo poi desiderare di vederli tutti morti agonizzanti due secondi dopo, sospettando continuamente di essere da loro derisa e isolata. Una strana irrequietezza e una persistente angoscia la incitano insistentemente a scappare da lì ma allo stesso tempo ama visceralmente le mura di Hill House, quasi fosse da sempre casa sua. Eleanor non ha una personalità così ben definita e sicura come quella degli altri membri del gruppo, la sua storia familiare l’ha portata a doversi continuamente convincere di essere una persona, un individuo con il diritto di possedere cose e perfino di possedere un nome proprio (nome che, caso strano, condivide con una delle sfortunate precedenti inquiline della casa).
È forse per questo che è lei la prima a percepire inconsciamente e inconsapevolmente cosa succede realmente a Hill House? A sentirlo prima ancora della moglie del prof. Montague che piomba nella casa nel bel mezzo dell’esperimento, armata di tavoletta Ouija e accompagnata da Arthur, un professore che assomiglia più a un addestratore di Marines. La donna è convinta di poter salvare le povere anime intrappolate dentro Hill House con l’amore e la compassione, tendendo loro la mano salvifica che tanto anelano (e che di certo non potrebbe mai essere la sua dato che la gentil dama possiede la grazia, la sensibilità e la dolcezza di un Panzer tedesco impegnato nell’invasione della Polonia).
E se Mrs. Montague si sbagliasse? Se non fossero le anime perdute il “problema” di Hill House? Se non fossero i cosiddetti poltergeist il pericolo ma ci fosse dell’altro, come inizia a intuire troppo tardi il prof. Montague e come invece ha già perfettamente capito e abbracciato la dolce Eleanor?
C’è una seconda regola di sopravvivenza base che nessuno purtroppo sembra cogliere e mettere nero su bianco: voi sarete in grado di farlo in tempo?
Eppure io e Mrs Dudley vi avevamo avvertito.
Adesso che la casa si è impadronita di noi, forse non ci lascerà più andare.
VOTO: 5/5
Qualche informazione utile...
TITOLO ORIGINALE: The Haunting of Hill House
CASA EDITRICE: Adelphi
ANNO EDIZIONE: 2014
PAGINE: 233
PREZZO: 12 €
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