di Erica Delle Curti
E quindi, durante quella settimana, prometto a mio padre che non me ne andrò prima di loro. Però faccio testamento e, nel farlo, vedo tutte le cose della mia vita per quello che sono: cose. Mentre io, mia moglie, le bambine, i miei fratelli, mia madre e mio padre, i miei amici, tutti noi, tutti voi, siamo molto di più. Siamo pensieri e legami, siamo emozioni e parole. Siamo il futuro che riusciamo a immaginarci.
La prima volta che ho avuto tra le mani questo libro era settembre. Era da poco finita l’estate e io avevo appena scoperto di essere stata scelta per lavorare come insegnante di italiano con i ragazzi stranieri della Primavera dell’Inter (e ci terrei a specificare che suonava molto più figo di quanto poi non sia stato). Ero in libreria e pensavo di aver bisogno di libri nuovi per quella sfida. Come riuscire a trasmettere un minimo di conoscenza a dei ragazzi che probabilmente sarebbero vissuti in Italia per due o tre anni e solo per giocare a calcio? Come riuscire a farli appassionare a qualcosa di cui con tutta probabilità non gli sarebbe importato una sega? Era dura. Ed è stata dura. A fare quel lavoro ho resistito tre mesi, poi ho scelto di migrare verso altri orizzonti (altrettanto insoddisfacenti). Questo libro, alla fine, credo abbia appassionato più me che loro. Nonostante non fossi del tutto convinta inizialmente (la mia unica precedente esperienza con libri "scritti" da calciatori era stata con Tutte le barzellette su Totti: raccolte da me), Gianluca Vialli è stata per me una grande sorpresa.
In generale parto dal presupposto di non avere particolare stima della categoria "giocatori di calcio". Credo anzi che, per quanto il calcio sia uno sport stupendo, i calciatori riescano sempre e comunque a rovinarlo grazie a uno sfoggio disarmante di comportamenti animali dentro e fuori dal campo (N.B. per conferma, guardare una partita di rugby e confrontare il quantitativo di sangue versato, lamentele, risse e piagnistei vari ed eventuali).
Ma rispetto alla maggior parte di questi professionisti della simulazione, Vialli è un capitolo a parte. Vialli è un’altra storia.
Sarebbe un capitolo a parte anche solo considerando la sua carriera sportiva. Unico attaccante al mondo ad aver vinto tutte e tre le principali competizioni UEFA per club, milita per diversi anni in squadre del calibro di Juventus e Chelsea. Ma sarà sempre la Cremonese la sua squadra del cuore, quella degli inizi. È capocannoniere, è detentore di record, è nella Hall of Fame del calcio italiano. È anche il braccio destro di Mancini a quell’Euro 2020 che ci ha tenuti tutti incollati alla tv ad aspettare Chiellini diventare meme dell’anno. Insomma, Vialli è uno che nella vita di battaglie ne ha combattute tante. Io non lo so se si immaginava che la più importante di tutte potesse essere così lontana da un campo di calcio. Ma se voi state leggendo questa recensione oggi, a gennaio 2023, probabilmente sapete di quale battaglia parlo e di com’è andata a finire.
Nel 2017 quello che sembrava un problema facilmente risolvibile al nervo sciatico si trasforma per Vialli in un’odissea che gli fa perdere quindici chili, fame, sonno e che gli fa vomitare anche solo la liquirizia che succhiava per cercare briciole di energia: è un tumore al pancreas, uno dei più infami.
Arriviamo al libro. Mi piace pensare che Goals sia il testamento che Vialli ha deciso di lasciarci, perché nel 2017 l’operazione va bene e lui continua a curarsi e a credere di poter guarire. Ce la mette tutta e sa che per farcela deve allenare non solo il corpo ma anche la mente. Decide quindi di iniziare a scrivere almeno un pensiero positivo ogni giorno e questi pensieri sono per la maggior parte raccolti all’interno di queste 360 pagine. In Goals Vialli racconta 98+1 storie di sportivi, introdotte da 98+1 frasi motivazionali, che vale la pena leggere anche, e soprattutto, se si è tipi da divano.
La "+1" è la sua, la storia autobiografica di un Uomo che non ha combattuto solo in campo, ma anche nella vita contro un tumore, e che ha trovato in Goals l’occasione giusta per raccontarlo e farci appassionare tanto allo sport quanto alla vita.
Mentre vi scrivo queste righe ho finito la chemio e i trattamenti radio, sono stato anche un po' in Italia, in vacanza, ma ancora non so come finirà la partita, lo scoprirò più avanti. Quello che so è che mi sono preparato bene e ho dato il massimo; che la mia squadra non poteva giocare meglio di così. E che mi hanno passato la palla, come la si passa a un attaccante. Quindi sono lì, davanti. La rete la vedo bene. E così la linea di porta, e quella di fondo. So come si fa. Ma ogni volta che calci per fare gol, è sempre come la prima volta. Hai bisogno di un bel po' di coraggio. E, anche, di un pizzico di fortuna.
Noi lo sappiamo come è andata a finire. In ogni caso, ha vinto Gianluca.
VOTO: 5/5
Qualche informazione utile…
CASA EDITRICE: Mondadori
PRIMA EDIZIONE: 2018
PAGINE: 360
PREZZO: 18,00 €
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