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Limonov | Emmanuel Carrère

di Claudia Gentile



Si è chiesto se ci fossero al mondo altri uomini come lui, Eduard Limonov, la cui esperienza comprendeva universi così differenti come quello del detenuto comune in un campo di lavori forzati sul Volga e quello di scrittore alla moda che si muove in ambienti firmati Philippe Starck. No, ha concluso, probabilmente no, e ne ha tratto motivo di un orgoglio che comprendo, e che è appunto quello che mi ha spinto a scrivere questo libro.

Eduard Limonov è stato un giovane teppista (di quelli che vuoi prendere a schiaffi forte) con l’ambizione di diventare un "re criminale" e non rimanere uno scagnozzo qualsiasi, un aspirante poeta ed esponente dell’underground poetico russo, un paziente di psichiatria, un frequentatore di circoli artistico-letterari a New York, un barbone, un domestico, uno scrittore alla moda a Parigi, un combattente in Serbia, un quasi eremita in Altaj, il fondatore del partito nazionalboscevico in Russia, un oppositore di Putin e un detenuto in un carcere di massima sicurezza.

Forse un po’ troppa roba per un personaggio letterario?

Forse sì, ma Eduard Limonov, alla nascita Eduard Veniaminovič Savenko, è realmente esistito e ha egregiamente vissuto tutte quelle vite.


Emmanuel Carrère è la firma che ha reso noto al mondo questo assurdo avventuriero con un libro che dai più è definito il suo capolavoro. E con questa affermazione mi trovo pienamente d’accordo.


Ma non è un caso che sia stato proprio il noto scrittore francese, bravissimo nell’intercettare storie e personaggi veri da trasformare in romanzi cult, a raccontare la vita di Eduard Limonov.

I due, infatti, si conoscono negli anni Ottanta, quando il nostro protagonista era uno scrittore alla moda (e tra le sue opere citiamo, Il diario dell’acqua; Diario di un fallito e Il poeta russo preferisce i grandi negri) e frequentava gli stessi circoli letterari di Carrère che ai tempi ancora faticava ad affermarsi come scrittore, anzi faticava proprio a farsi pubblicare.

Poi i due si perdono di vista, Limonov si inventa nuovi personaggi e nuove vite e Carrère diventa uno scrittore e giornalista affermato.

Si vedranno di nuovo nel 2006, per caso, quando Carrère viene inviato a Mosca per scrivere un articolo sull’omicidio di Anna Politkovskaja e inizia a frequentare quella “ristrettissima cerchia che rappresenta di fatto l’unica opposizione democratica in Russia”.


Da questo nuovo incontro nasce il progetto di scrivere un libro sulla vita di Eduard Limonov, che vedrà la luce nel 2011.


Eduard Limonov è un personaggio pieno di sé, che ha vissuto tutti i suoi giorni convinto di essere un uomo eccezionale. Carrère lo descrive come un “un fascista, da un punto di vista non soltanto politico ma esistenziale, il che non gli impedisce di essere un uomo piuttosto onesto, coraggioso e dotato di un certo fascino”.

Eduard Limonov voleva essere, e per certi versi è stato, una star.

E Carrère, mettendo nero su bianco la sua vita, ha contribuito a realizzare il suo obiettivo facendolo diventare un personaggio romanzesco di fama internazionale.


L’unica vita degna di lui è quella dell’eroe; lui vuole che il mondo intero lo ammiri e pensa che ogni altro criterio, una vita familiare tranquilla e armoniosa, i piaceri semplici, il giardino coltivato al riparo dagli sguardi, siano autogiustificazioni da falliti.

In Limonov si sviluppano diversi livelli narrativi. Il primo ovviamente è il racconto della vita, romanzata, del protagonista. Una vita che già di per sé fornisce dell’ottimo materiale per catturare l’interesse del lettore ma che Carrère eleva quasi a un racconto epico, riuscendo a rendere affascinante un personaggio non solo odioso caratterialmente ma sotto certi profili difficile da comprendere anche da un punto di vista morale.


Bisogna dare atto di una cosa a questo fascista: gli piacciono e gli sono sempre piaciuti soltanto quelli che sono in posizione di inferiorità. I magri contro i grassi, i poveri contro i ricchi, le carogne dichiarate, che sono rare, contro le legioni di virtuosi, e il suo percorso, per quanto ondivago possa sembrare, ha una sua coerenza, perché Eduard si è schierato sempre, senza eccezione, dalla loro parte.

Insieme alla parte biografica, Carrère compie una bellissima ricostruzione storica e sociale (la parte che forse ho trovato più angosciante) di quella che è Stata l’Unione Sovietica dagli anni Quaranta fino al decennio scorso.

Mai noioso o distraente, anche nelle lunghe digressioni, il contesto storico-politico descritto si mescola perfettamente con il racconto delle vicende del protagonista non solo contestualizzandolo ma completandolo, perché Limonov incarna perfettamente l’espressione “uomo del suo tempo”, riuscendo però a compiere quell’evoluzione propria dell’eroe (e se pensiamo che il suo tempo era il regime sovietico, forse il suo “slancio” e la sua voglia di affermarsi sono davvero meritevoli di essere raccontati).

Ad onor di cronaca dobbiamo però dire che, in quanto a "ricostruzione storica" il nostro Carrère un po’ "gioca in casa", essendo figlio di una delle più importanti storiche francesi specializzata, neanche a dirlo, in storia russa e a sua volta figlia di un immigrato georgiano e di una immigrata russa.

Infine, fedele al motto "e roman c’est moi" (il romanzo sono io), Carrère stesso si infila nelle righe di questa storia prendendosi il suo spazio (a volte anche un po’ troppo).

Ma d'altronde in quanto a narcisismo ed egocentrismo Carrère e Limonov se la giocano ad armi pari.

La presenza dell'autore non è limitata agli episodi in cui è realmente entrato in contatto con Limonov ma, quasi come un co-protagonista, esplicita costantemente le sue sensazioni, le sue emozioni, le sue difficoltà e ogni tanto si prende qualche pagina per reaccontare di sé.


Ma al netto di giudizi morali e critiche stilistiche Limonov è un capolavoro sotto tanti, quasi tutti, i punti di vista.

È un libro stupefacente, inclassificabile e sconvolgente. E deve assolutamente essere letto.


Insomma, Emmanuel Carrère non sarà simpaticissimo ma è stato tanto bravo.



Piccola postilla conclusiva. Nell’ultimo numero de La Lettura del Corriere della Sera è stata pubblicata la prima edizione Speciale della Classifica di Qualità, classifica che ogni anno seleziona il libro dell’anno, inaugurata nel 2012 quando aveva visto come vincitore proprio Limonov di Emmanuel Carrère.

Dieci anni dopo, Emmanuel Carrère stesso viene eletto scrittore del decennio: una voce che per profilo personale, spessore culturale, stile e contenuti della sua opera fosse importante, significativa e in qualche modo rappresentativa degli ultimi dieci anni.



 

VOTO: 5/5


Qualche informazione utile

CASA EDITRICE: Adelphi

ANNO EDIZIONE: 2012

PAGINE: 356

PREZZO: 13 €


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