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Lo scarafaggio | Ian McEwan

di Claudia Gentile



Adesso, sdraiato a letto in quella mansarda, decretò che a quel punto era avvenuta la scissione tra sé e il suo libero arbitrio, o l’illusione dello stesso, e si era ritrovato a subire l’influenza di una forza dominante più grande di lui. Salendo sul marciapiede, come appunto aveva fatto, si era assoggettato allo spirito collettivo. Era diventato un minuscolo elemento all’interno di un sistema di una magnitudo incomprensibile a qualunque individuo.


A poco più di cento anni dalla prima pubblicazione de La Metamorfosi di Franz Kafka, lo scarafaggio torna a essere il protagonista di una storia. Questa volta a ridar vita alla blatta più famosa della letteratura contemporanea è Ian McEwan nel suo libro Lo scarafaggio.

In questo caso però la metamorfosi va in direzione opposta: nessun commesso viaggiatore si ritrova al piano rialzato della piramide alimentare ma, al contrario, un piccolo e sporco insetto nero si sveglia nel corpo di un essere umano, e non di un essere umano qualsiasi ma in quello di Jim Sams, primo ministro inglese.

E come ogni scarafaggio che si rispetti, Sams si adatta benissimo al nuovo habitat.

E come ogni essere umano che si rispetti, Sams si adatta benissimo al potere.

Obiettivo cruciale del primo ministro e del suo Gabinetto è la realizzazione dell’Inversionismo: un’inversione, in senso letterale, del flusso finanziario ed economico – attraverso lavoratori che pagano le loro ore di lavoro e consumatori che vengono pagati per i loro acquisti – nella convinzione che, così facendo, l’economia sarà continuamente stimolata e il numero di lavoratori qualificati in continua crescita.

Nonostante McEwan dichiari nel suo incipit che “la presente novella è un’opera di finzione. Nomi e personaggi sono il prodotto della fantasia dell’autore, e qualsiasi somiglianza con blatte autentiche, vive o morte che siano, è del tutto accidentale”, al lettore medio basteranno pochissime pagine per capire che il nostro protagonista assomiglia tanto, ma proprio tanto, a Boris Johnson e che parlando della folle e assurda teoria dell’Inversionismo si sta facendo riferimento alla Brexit.

Lo scarafaggio è un chiaro e duro attacco a Johnson e al suo operato, fatto ricorrendo al racconto fantapolitico e a un uso superbo della satira, in un climax che conduce il lettore dal sorriso alla risata isterica.

Diciamo anche che il buon Kafka ha aiutato, e non poco, al raggiungimento dello scopo, costruendo un personaggio, ormai nell’immaginario collettivo, misero e ripugnante.


McEwan riesce però a omaggiare il grande scrittore ceco senza piaggeria e a inserire perfettamente e senza storture il protagonista de La metamorfosi nel suo racconto. Ma la potenza di questo libro sta anche nella capacità di muovere una critica più ampia rispetto a Boris Johnson e alla Brexit, attraverso delle pagine in grado di sopravvivere al preciso momento storico.

Il giudizio espresso dall’autore riguarda un’intera classe politica devota ormai solo alla folla facile, che rifiuta una seria analisi della realtà e delle prospettive, capacissima di parlare alla pancia dei cittadini e a fomentare le sue paure.

In alcuni passaggi il delirio e il capriccio di Jim Sams rievocano quasi un Charlie Chaplin vestito da Hitler che si gongola con faccia ebete delle sue vittorie (presunte nel caso di Sams).

Esemplare in questo senso il dialogo tra il protagonista e la cancelliera tedesca:


Perché fa questo? Perché, a quale scopo, vuole distruggere il suo paese? Perché infligge simili richieste ai suoi migliori amici e finge che siamo invece nemici? Perché?
[…] Perché. Perché è quello che stiamo facendo. Perché è quello in cui crediamo. Perché è quello che abbiamo detto che avremmo fatto. Perché è quello che la gente diceva di volere. Perché in soccorso sono arrivato io. Perché sì. In ultima analisi, la sola risposta era questa: perché sì.

La figura dello scarafaggio è dunque riuscita a sopravvivere perfettamente in tutti questi anni e, grazie alla sua capacità di adattamento, continuerà a resistere. Qual è la differenza tra la blatta kafkiana e quella di McEwan? Che la prima era consapevole della sua misera condizione, ne provava vergogna, addirittura angoscia. La blatta di oggi invece vince.




 

VOTO: 5/5


Qualche informazione utile…

Titolo originale: The Cockroach

Casa editrice: Einaudi

Anno di edizione: 2019

Pagine: 108

Prezzo: 16,00 €

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