di Sara Borgio
Un caso non è mai veramente chiuso.
Il caso Alaska Sanders è l’ultimo romanzo scritto da Joël Dicker. Ormai, visto che li ho letti tutti tranne uno (Il libro di Baltimore, n.d.r), posso quasi spacciarmi come esperta, se così si può dire e se proprio ci fosse la necessità.
Alaska Sanders viene trovata morta nei pressi di Mount Pleasant, nell’aprile del 1999. La sua morte sconvolge l’intera comunità della piccola cittadina del New Hampshire, dove tutti conoscono tutti - così tranquilla che addirittura non c’è bisogno di chiudere la porta di casa o la propria macchina.
Alaska si era trasferita da qualche mese a Mount Pleasant per raggiungere il suo fidanzato Walter Carrey, figlio di piccoli commercianti del posto. In molti si chiedono che cosa abbia spinto Alaska, di una bellezza e di un carisma senza paragoni nonché neo eletta miss New England, a rinunciare al suo sogno di una carriera di attrice a New York per stabilirsi nel New Hampshire con un ragazzo palesemente non alla sua altezza.
La storia tra i due ha un epilogo drammatico: Walter, sospettato dalla polizia dell’omicidio, confessa la sua colpevolezza, e la complicità del suo amico di infanzia Eric Donovan, prima di suicidarsi. Eric viene quindi incarcerato e condannato all’ergastolo per l’omicidio.
Passano 11 anni e nel 2010 Marcus Goldman, scrittore salito alla ribalta della scena letteraria mondiale grazie al suo romanzo La verità sul caso Harry Quebert, si ritrova coinvolto nella riapertura dell’indagine insieme al sergente Perry Gahalowood, che al tempo si era occupato dell’omicidio di Alaska e con cui aveva affrontato l’indagine di Harry Quebert.
Insieme, Goldman e Gahalowood riusciranno a riaprire le indagini dopo alcune rivelazioni che mettono in dubbio la colpevolezza di Walter Carrey ed Eric Donovan, sostenuti dalla sorella di Donovan e la sua avvocata.
La trama "a matrioska" è un classico di Dicker e viene riproposta anche in questo romanzo. Ogni capitolo ed ogni flashback arricchiscono la storia di nuovi elementi. I personaggi hanno tutti un giardino segreto, tormenti o rimpianti che li rendono molto umani; siamo lontani dai soliti supereroi. Per quanto questo elemento sia un altro fondamentale della narrativa di Dicker, trovo che abbia la capacità di costruire l’intreccio in modo interessante e coinvolgente per il lettore.
Tuttavia, ci sono diverse cose che non mi sono piaciute o che non mi hanno convinto pienamente. Innanzitutto non ho apprezzato che il protagonista fosse ancora Marcus Goldman, ancora tormentato e segnato dalla storia di Harry Quebert. Difatti Il caso Alaska Sanders viene presentato come seguito de La verità sul caso Harry Quebert, pur essendo pienamente fruibile anche senza aver letto l’altro romanzo.
Ritengo che questa scelta sia solo un passo indietro per Dicker che, tuttavia, non si è mai veramente allontanato dall’espediente dello scrittore protagonista delle indagini - utilizzato anche in L’enigma della camera 622.
Inoltre, alcuni passaggi li ho trovati particolarmente stucchevoli, a titolo di esempio:
Non puoi rimproverarti del tuo successo! Fa parte di te! Non si può rimproverare il bruco di essere diventato farfalla. Era il suo destino. Era scritto.
Se poi vogliamo leggerci anche una nota di megalomania, potremmo anche dire a Joel Dicker: “anche meno, dai”.
Mi piacerebbe che, dopo diversi romanzi - tutti di grande successo in quanto sana letteratura POP - Dicker si buttasse in qualcosa di nuovo, buttandosi alle spalle Harry Quebert e gli espedienti che sono ormai parte integrante della sua comfort zone.
In conclusione, reputo che il romanzo sia accattivante ma troppo lungo e che alcuni personaggi avrebbero meritato un approfondimento maggiore. Sul colpevole… posso solo dirvi che è sicuramente inaspettato, anche se forse un po’ forzato.
Lo consiglio come lettura sotto l’ombrellone - e se ve lo fate prestare, meglio ancora!
VOTO: 2,5/5
Qualche informazione utile…
TITOLO ORIGINALE: L’affaire Alaska Sanders
CASA EDITRICE: La Nave di Teseo
PRIMA EDIZIONE: 2022
PAGINE: 624
PREZZO: 22,00 €
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