di Mattia Bertani
Vorrei parlarle proprio dei dieci comandamenti. Tranne il quarto, li ho violati tutti.
Un giornalista riceve una chiamata da uno sconosciuto che gli chiede “quanto può valere una storia mai raccontata prima?”. La sua risposta è lapidaria: “non accetto compravendite, la conoscenza non si compra”. Dopo qualche mese trova sul telefono una chiamata persa da un numero col prefisso polacco, chiama, ma, come è ovvio, risponde un uomo che parla solo polacco. Riaggancia e riceve un’altrachiamata dallo stesso numero, questa volta risponde subito una voce totalmente diversa e che parla italiano. È l’uomo che lo ha cercato qualche mese prima che accetta di parlarglisenza chiedere nulla in cambio. Come fa quest’uomo ad utilizzare il numero di un uomo polacco per chiamarlo? Nulla è impossibile con il mio computer, dice l’uomo misterioso.
Il giornalista che riceve queste telefonate non è una persona qualunque, è Fabrizio Gatti, l’autore del libro, il quale racconta di come uno sconosciuto entri all’improvviso nella sua vita da giornalista del settimanale L'Espresso per parlare della propria vita da fantasma. Il fantasma si chiama Simone Pace, o meglio, così si fa chiamare, e vuole raccontarela sua vita prima di sparire. Dopo i primi contatti telefonici, Gatti e Pace s’incontrano a Roma, nella Basilica di San Pietro in Vincoli, davanti alla tomba di Papa Giulio II di Michelangelo, dove troneggia la statua di Mosè e dove Pace gli rivela il motivo del loro incontro: vuoleparlare dei dieci comandamenti. Il mondo è pieno di mitomani e Gatti pensa di averne appena conosciuto uno, quindi gli risponde ironicamente che lui non si occupa di religione, ma Pace lo incalza: “tranne il quarto, li ho violati tutti.” Non dire falsa testimonianza, non rubare, non uccidere... La confessione che Pace fa a Gatti davanti al Mosè lo destabilizza. Ma perché ha deciso di raccontarlo proprio a lui? Pace gli risponde che lui non è un giornalista qualunque: ha seguito le sue inchieste, soprattutto quando ha attraversato il deserto del Sahara sui camion con centinaia di migranti in viaggio dal Niger verso la Libia e si è infiltrato in una organizzazione di trafficanti di uomini in Nord Africa e, recuperato in mare, è stato rinchiusonel centro di detenzione di Lampedusa come immigrato irregolare. Ha letto il suo libro dove racconta di questa inchiesta, Bilal, dal nome che si era dato per fingersi immigrato. A Pace le inchieste di Gatti sembranole operazioni militari,quasi come le sue. Gli incontri proseguono e Simone Pace si rivela: lui è un agente operativo che lavora per la CIA. Non un agente della CIA ma un agente operativo: lui non lavora nella pubblica amministrazione (sì, fa strano dirlo, ma la CIA tecnicamente è una pubblica amministrazione) ma per la pubblica amministrazione. Lui è in prima linea, agisce sul campo, esegue quelle operazioni dove la CIA non puo’ apparire ufficialmente e quindi utilizza squadre clandestine, che si mostranoe poi scompaiono, senza nome, dei fantasmi.
“Fornirà anche prove di quello che mi racconterà?” "Le prove sono cose che si fabbricano. No, non ci sono prove per i fatti reali. Io le racconterò la verità. Nelle operazioni che interessano gli Stati Uniti, la CIA fa in modo che non esistanoprove. E se esistono, vengonocancellate.”
Simone Pace racconta di come, da poliziotto semplice, è stato arruolato dai servizi e delle modalità con le quali avvenivano le prime comunicazioni: con MTV. Tramite i messaggi che il pubblico poteva inviare da casa e che erano trasmessi durante i videoclip delle canzoni, avvenivano le comunicazioni, con frasi in codice che solo lui poteva capire. Racconta della moglie e della figlia, di come il suo lavoro da fantasma abbia travolto i suoi affetti che, ignari di tutto, lo abbiano allontanato a causa delle continue assenze.E racconta soprattutto delle operazioni. In trent’anni di delitti, le operazioni spaziano dalla Francia al Belgio, fino ad arrivare anche ad eventi italiani: interferenze nell’inchiesta di Mani Pulite, la strage di via Palestroe la partecipazione al sequestroa Milano dell’imam Abu Omar. Condizionamenti della democrazia, omicidi, sequestri di persona,sottrazione e traffico di informazioni finanziare e industriali, interrogatori illegali, furto di documenti segreti. Il libro non è un saggio, è un romanzo di fatti veri. Come dice l’autore: quello che Simone Pace racconta coincide con quanto gli europei hanno osservato, vissuto e subito; il suo nome è sicuramente falso, ma la sua vita si incastraperfettamente con le nostre vite. La trama è il racconto di Pace a Gatti e si regge sul loro confronto dialettico: tra la spia che non dovrebbe parlare ma parla e il giornalista che dovrebbe cercarele prove che però non ci sono. Il loro confronto è spesso teso ma, dopo un iniziale scetticismo da parte di Gatti, i due riesconoa collaborare, creandouna romanzo spionistico di formazione, che mostra come una persona semplice possa diventare un agente operativo per la CIA, un fantasma.
Ma questo fantasma è buono o cattivo? È un criminale o un benefattore? Per fare il bene, o presunto tale, si può anche fare del male? Il libro lascia aperta ogni risposta. Simone Pace non è un agente segreto alla James Bond, non ha il suo finto fascino da eroe, ma ha l’alone quasi malinconico dell’antieroe, è sia un criminale che non può essere condannato sia un benefattore che non può essere ringraziato.
Fabrizio Gatti, e Simone Pace, utilizzano lo strumento del romanzo per ricostruire la storia segreta che i documenti non possono raccontare ma che la confessione di una spia può iniziare a svelare, è un primo passo verso la verità. Nel racconto di Pace non vi sono mere dietrologie e complotti, vi sono fatti non noti che spiegano meglio fatti noti e che possono aiutarci a capire il passato e a vedere meglio il presente, e forse anche il futuro. Esiste ancora oggi una rete di fantasmi? Simone Pace rispondeche esisterà sempre.
VOTO: 5/5
Qualche informazione utile:
CASA EDITRICE: La Nave di Teseo
ANNO EDIZIONE: 2019
PAGINE: 486
PREZZO: euro 20,00
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