di Mattia Bertani
Oh, allora tutta Troia mi sembrò sprofondare tra le fiamme...
Due eserciti si fronteggiano a causa di una donna, ma è solo un pretesto: il vero motivo del loro scontro è il dominio del territorio altrui per avere più potere e quindi aumentare il proprio impero economico. Stiamo parlando della guerra di Troia? Sì, o meglio, non proprio: gli eventi sono gli stessi ma siamo negli Stati Uniti nord-orientali, ben lontano dall’Asia Minore, e qui Don Winslow ambienta il suo ultimo romanzo per raccontare lo scontro tra due famiglie criminali, una italiana e una irlandese.
Nel Rhode Island degli anni Ottanta, terra di immigrazione in cui si veniva a cerca lavoro nei cantieri navali, nei porti e nelle fabbriche, spadroneggiavano le bande dei mangiaspaghetti, gli italiani, e dei mangiapatate, gli irlandesi, che gestivano il racket del commercio e tutta l’attività economica; lo facevano in pace, grazie ad accordi che permettevano a ciascun gruppo di spartirsi gli affari, come un’unica famiglia. La pace però un giorno finisce per una donna che, proprio come l’Elena del mito greco, causa un incedente tra le due famiglie: la compagna di un membro della famiglia italiana dei Moretti viene molestata da un membro della famiglia irlandese dei Murphy e l’accadimento non solo diventa motivo di banale frizione tra i due gruppi ma degenera velocemente in un conflitto tra bande. La lesione dell’onore di una famiglia diventa il pretesto per muovere guerra all’altra e conquistare il suo impero economico.
L’autore ci racconta questa guerra dal punto di vista di Danny Ryan, il figlio del vecchio capo della famiglia irlandese, una persona mite, quasi riflessiva, che non vuole la guerra, sia perché la reputa inutile sia perché ha un figlio in arrivo, ma la subisce, è costretto a farsi soldato nell’esercito irlandese fino a diventarne comandante.
Ogni capitolo del libro inizia con una citazione dell’Eneide e non è un caso: Winslow con questo romanzo ha voluto fondere il romanzo poliziesco con e la letteratura classica. Città in fiamme è una Iliade moderna, in cui l’onore, parola tanto centrale nell’epica antica quanto nel sistema valoriale della criminalità organizzata, è un concetto talmente importante che la sua lesione provoca la guerra tra i Moretti, che rappresentano gli Achei, e i Murphy, che rappresentano i Troiani; tra quest’ultimi spicca Danny, un moderno Enea, proprio il protagonista dell’Eneide. Una volta leso l’onore di una famiglia, tutti i suoi membri devono essere fedeli alla famiglia: la fedeltà deve essere nei confronti di ogni membro e soprattutto verso il capofamiglia, ed è la stessa fedeltà che legava tra loro sia i guerrieri che parteciparono alla spedizione contro Troia sia gli alleati coi Troiani. E la vendetta, fine giusto o sbagliato che sia, è la conseguenza ovvia di questo sistema morale, tanto spietato quanto epico.
Onore, fedeltà, vendetta, sono alcuni dei temi che l’autore riprende dalla letteratura classica per trattarli nel romanzo poliziesco moderno e dimostra così che sono valori (in senso lato) dell’uomo da sempre. Winslow racconta le vicende e gli scontri della criminalità degli anni Ottanta nel New England parafrasando il mito greco, esponendo con proprie parole la guerra di Troia ma ambientandola tremila anni dopo agli avvenimenti (probabilmente) accaduti, e senza far perdere alcuna credibilità al romanzo. Il mito greco ha una dimensionale atemporale, nei suoi protagonisti sono incarnati i valori e i sentimenti dell’uomo in quanto tale, rappresentano l’umano in ogni sua sfaccettatura; e non hanno nemmeno una dimensione spaziale, perché l’essere umano è tale sia nell’Asia Minore del XIII secolo a.C. sia nel New England del XX secolo.
Winslow scrive una nuova tappa del grande romanzo americano con uno stile crudo e diretto. Non ci sono lunghe descrizioni, i luoghi sono solo abbozzati, e tutto gira attorno ai personaggi e alle loro interazioni. I protagonisti sono ripresi dal mito classico ma non sono dei banali sosia, tutte le personalità sono ben attualizzate all’interno del contesto criminale delle mafie italiane e irlandesi, tanto che risulta affascinante il modo assolutamente naturale con cui l’autore è riuscito a riportare le personalità antiche in una storia moderna, senza alcuna forzatura. La lettura ne risulta quasi ironica perché, capita l’ispirazione dello scrittore, nel proseguire il romanzo il lettore si aspetta che i personaggi agiscano davvero come nel mito e, una volta confermata tale aspettativa, la modalità di resa ne risulta piacevolmente paradossale.
In Città in fiamme non ci sono buoni e cattivi, non solo perché nelle guerre tra famiglie o tra bande o tra imperi non ci sono buoni e cattivi, ma anche perché tutti i personaggi del libro sono dei delinquenti che agiscono all’interno del loro ordinamento criminale. L’unica differenza è tra chi vuole la guerra e chi non vuole la guerra e il protagonista Danny, uno dei pochi che non la voleva, finito il conflitto è costretto a scappare, come Enea scappò dalla sua città in fiamme. Le fiamme di Troia e le fiamme del Rhode Island ci proiettano verso il proseguo della storia, Winslow infatti ha già annunciato che questo libro è il primo di una trilogia, e dovremo aspettare ancora per sapere se Danny, come Enea, darà vita ad dinastia vittoriosa e potente oppure cederà alla tragica vendetta
VOTO: 4,5/5
Qualche informazione utile
TITOLO ORIGINALE: City on Fire
CASA EDITRICE: HarperCollins Italia
ANNO EDIZIONE: 2022
PAGINE: 398
PREZZO: 22 €
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