di Miriam Tricoli
Heathcliff, it’s me, I’m Cathy, I’ve come home, I’m so cold Let me in your window (Kate Bush – Wuthering Heights)
Quando ero bambina amavo frugare tra le musicassette di mio padre, rubarne qualcuna e ascoltarle fino allo sfinimento. Tra tutte mi ero innamorata in particolare di un mix di canzoni registrate dalla radio tra cui spiccava quella che io chiamavo “la canzone della bambina”: Wuthering Heights di Kate Bush. Ero completamente ipnotizzata da quella voce dolce, quasi infantile e dal turbamento e l’inquietudine della musica che la accompagnava.
Crescendo, ho capito il perché di quello strano connubio e anche il perché della mia fissazione per quella canzone. Il testo parla del fantasma di una certa Cathy che si rivolge al suo unico grande amore, Heathcliff, chiedendogli di lasciarla entrare, di lasciarla tornare nella loro casa, Wuthering Heights, dalla quale si era allontanata abbandonando anche il suo amore.
Ovviamente la mia anima da sempre divisa tra gli incubi alla Shining e gli amori potenti e tormentati alla Via col vento ha preteso di saperne di più. Ed è così che mi sono ritrovata a leggere Cime Tempestose (Wuthering Heights) di Emily Brontë. E vi assicuro che l’ho amato dalla prima all’ultima pagina.
Uno dei classici più classici tra i classici della letteratura ha in realtà una struttura narrativa accattivante e ipnotica, a modi matrioska con due storie, una dentro l’altra, che si incontrano poi alla fine.
È il 1801 e il Sig. Lockwood prende in affitto Thrushcross Grange, tenuta vicina a Wuthering Heights, entrambe di proprietà del Sig. Heathcliff. Costretto a passare la notte ospite di quest’ultimo, Lockwood si ritrova faccia a faccia con quello che potrebbe essere solo un terribile incubo o il reale fantasma di una certa Catherine Linton che chiede disperatamente di entrare, stanca dei 20 anni passati a peregrinare per la brughiera. Scosso non solo dagli eventi della notte ma anche dallo strano comportamento del Sig. Heathcliff e degli altri abitanti della casa, scortesi, scostanti e rabbiosi, Lockwood chiede spiegazioni a Nelly, la domestica di Grange.
E qui inizia la storia della famiglia Earnshaw, della famiglia Linton, di Catherine Earnshaw in Linton ma soprattutto di lui, Heathcliff. Io già solo per il nome ero pronta ad innamorarmi perdutamente di questo duro e orgoglioso orfanello raccattato per strada dal Sig. Earnshaw, padre di Catherine, e portato a Wuthering Heights (sì, lo so, ho una passione per i bad boys; ma diciamocelo, chi di noi non ce l’ha?). Ero già pronta a battermi per lui contro le angherie perpetrate a suo danno da Hindley, fratello acquisito, e con quanta tenerezza ho visto nascere e crescere il legame tra lui e Catherine.
Ma no, niente, Heathcliff si rivela essere un uomo orrendo, completamente diviso tra l’amore maniacale e devastante e allo stesso tempo dolce e appassionato per la sua Cathy e l’ossessione di vendetta nei confronti di tutti quelli che gli hanno reso la vita un inferno.
È tutta colpa di Catherine e della sua vigliaccheria se io sono rimasta senza il mio Mr. Darcy (Orgoglio e pregiudizio style). Nonostante si sia resa conto di amare profondamente Heathcliff, lei sceglie infatti la strada più comoda, quella più logica secondo i canoni dell’epoca e le logiche della sua famiglia, sposando Edgar Linton, ricco rampollo della famiglia proprietaria della vicina tenuta di Thrushcross Grange che, per carità, si rivelerà anche essere un adorabile cucciolo innamorato e sensibile, lontano anni luce dal buio dell’anima di Heathcliff. Ma Heathcliff è Heathcliff. La poverina arriverà anche ad essere quasi convinta del fatto di essere realmente innamorata di Edgar, pur di non sentirsi dilaniare da questo sentimento difficile e "tecnicamente sbagliato" ma così forte e persistente. In ogni caso, l’amore, quello vero, quello con la A maiuscola, non segue quasi mai la strada più semplice né tantomeno sceglie la persona migliore o quella più facile. L’amore vero ti colpisce in faccia come un TGV e se provi a ignorarlo, ti presenterà comunque sempre il conto.
Il ritorno di Heathcliff dopo tre anni di assenza, dovuta al dolore per la decisione di lei e il disprezzo che era convinto lei provasse nei suoi confronti per non essere all’altezza di un uomo colto e abbiente come Edgar, spezza completamente Catherine. La partenza dell’uomo che amava l’aveva già abbastanza ferita, vederselo ricomparire dopo tre anni fa esplodere nella sua testa e nel suo cuore il dilemma tra questo amore irrealizzabile ma così forte e impossibile da ignorare e la sua esistenza tranquilla e agiata con il marito. E alla fine la forza delle conseguenze di questa scelta sbagliata la uccidono.
Ora mi mostri come sei stata crudele… crudele e falsa. Perché mi disprezzasti? Perché tradisti il tuo proprio cuore, Cathy? Non trovo per te una sola parola di conforto. Questo ti meriti. Tu hai ucciso te stessa! Sì, puoi baciarmi e piangere, e strapparmi baci e lacrime: ti distruggeranno, ti danneranno! Tu mi amavi: e allora che diritto avevi di lasciarmi? Che diritto, rispondimi, per lo sciocco capriccio che sentivi per Linton? Mentre né la miseria, né l’avvilimento, né la morte, e nulla di quello che Dio o Satana poteva inviarci avrebbe potuto separarci, sei stata tu, di tua volontà a dividerci. Non ti ho spezzato il cuore, da sola l’hai spezzato; e spezzando il tuo, hai spezzato anche il mio. Così tanto peggio per me, se sono forte. Ho bisogno forse di vivere? Che vita sarà la mia quando tu… oh, Dio! Piacerebbe a te di vivere con la tua anima nella tomba?
Morendo, Catherine si porta via anche l’unico barlume di umanità di Heathcliff che, pur avendo tutte le carte in regola per diventare il mio Milord (Sailor Moon style), cede completamente alla parte peggiore della sua anima, trasformandosi in un demone crudele e spietato che infesta le vite di tutti coloro che lo circondano, calpestandole e distruggendole senza alcuna pietà. Linton, Earnshaw, tutti devono soffrire e scontare la pena per il dolore che lo sta tormentando.
Ecco qui è veramente difficile trovare qualcosa da salvare in Heathcliff. Ci provi tantissimo, forte del fatto che doveva per forza essere il tuo Eric (Rossana style), il tuo eroe, tormentato e sofferente ma audace e coraggioso. Invece trovi un essere gretto e meschino, senza alcuno scopo nella vita se non fare un male atroce agli altri.
Catherine e Heathcliff hanno preso la decisione sbagliata e facendolo hanno condannato tutti a una vita di dolori e sofferenze.
Questo ci riporta al 1802, al Sig. Lockwood che torna a Wuthering Heights dopo un anno di assenza e ritrova Nelly, la domestica. Molte cose sono cambiate. Hareton Earnshaw, il figlio di quell’Hindley tanto odiato da Heathcliff, e la figlia di Catherine e Edgar Linton, si sono innamorati. E qui il cerchio finalmente si chiude. Hareton, il “figlioccio” di Heathcliff, così uguale alla zia Catherine e così uguale allo stesso Heathcliff che lo ha tirato su per vendetta zotico e ignorante ma non senza una piccolissima punta di affetto e la diretta discendente di Catherine, testarda e ribelle come la madre, hanno la possibilità di vivere finalmente quel sentimento che ai due protagonisti del romanzo è stato negato. Hanno la possibilità di essere sinceri, di dirsi apertamente ciò che provano, di creare un futuro insieme. Heathcliff potrebbe distruggere questo sentimento se volesse. Invece semplicemente si arrende.
È una misera conclusione non è vero? … Una fine assurda dei miei enormi sforzi! Ho lavorato di leva e di piccone per demolire due case e ho compiuto fatiche da Ercole, e quando era ormai tutto pronto e in mio potere, scopro che mi è passata la voglia perfino di togliere una tegola dal tetto! I miei vecchi nemici mi hanno battuto. Ora sarebbe giusto il momento per vendicarmi sui loro discendenti. Potrei farlo; e nessuno potrebbe impedirmelo. Ma a che scopo? Non provo gusto a colpire: non voglio prendermi il fastidio di alzare la mano.
L’odio di Heathcliff non era altro che il frutto di un amore che lui stesso, troppo orgoglioso per dichiararlo apertamente, troppo ferito per combattere, si è negato. Ora che tramite i due giovani il vero amore ha finalmente una seconda possibilità di crescere ed esistere, il fantasma di Catherine inizia a comparire ovunque, pronto a riprendersi l’amore della sua vita. Ora finalmente, Heatchliff e Catherine possono trovare pace. E stare insieme per l’eternità.
Lo ammetto, non è facile recensire Cime Tempestose: i personaggi sono così vividi e pieni di sfumature, l’intreccio delle loro vite così ricco di significati, che sarebbe quasi ridicolo pensare di poter trattare ogni elemento in poche righe. Quello che so è che quando ho girato l’ultima pagina e chiuso il libro sono stata assalita da una profonda malinconia. Un po’ perché, come sempre, mi spezza un pochino il cuore lasciare dei personaggi che mi hanno accompagnato per qualche giorno durante questo viaggio (sì, anche Heathcliff; tanto alla fine lo sapevo che me ne sarei innamorata comunque). Un po’ perché pensavo a quanto è stupido condannarsi a una vita di sofferenze e di vuoto solo per non avere avuto il coraggio di ascoltare con sincerità il proprio cuore. Carpe diem, immagino sia questo il punto.
Proverò a rifletterci su. Intanto riascolto la voce di una bambina che canta una canzone che inizia così “Out on the winding, windy moors, we’d roll and fall in green…”.
Too long I roam in the night I’m coming back to his side, to put it right I’m coming home to Wuthering, Wuthering, Wuthering Heights (Kate Bush – Wuthering Heights)
VOTO: 4/5
Qualche infromazione utile...
TITOLO ORIGINALE: My Year of Rest and Relaxation
CASA EDITRICE: Wuthering Heights
ANNO DI EDIZIONE: 2019
PAGINE: 384
PREZZO: 12 €
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